Storia

Le origini e la donazione Vallisneri

Il Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte si integra profondamente con l’edificio all’interno del quale si trova, Palazzo Liviano, progettato dall’architetto Gio Ponti negli anni Trenta del Novecento. Tuttavia, il Museo rappresenta il punto di arrivo di una storia iniziata quasi tre secoli prima, il cui nucleo iniziale apparteneva ad un unico donatore.

Le sue origini risalgono agli inizi del Settecento, con la donazione all’Università di Padova del museo privato di Antonio Vallisneri, medico e naturalista emiliano, docente di medicina presso lo stesso Ateneo dal 1700 al 1730, il quale aveva acquisito anche una parte della collezione della famiglia Mantova Benavides in Padova, costituita in particolare da Marco Mantova Benavides (1489-1582), celebre giurista, umanista e mecenate rinascimentale.

L’acquisizione da parte di Vallisneri, e la successiva donazione da parte del figlio Antonio Vallisneri junior nel 1733, ha consentito di salvaguardare, almeno in parte, questo importante patrimonio che rappresenta l’unico esempio di una collezione rinascimentale cittadina giunta fino a noi. Inoltre, ha segnato l’atto di nascita di molti musei dell’Ateneo.

Dal 1736, il Museo Vallisneriano fu collocato presso il Palazzo del Bo. I reperti delle collezioni naturalistiche erano largamente impiegati nella didattica, meno valorizzati erano invece quelli di antiquaria. Tale museo fu dunque privato degli oggetti di antiquaria che furono collocati nel “museo” di antichità collocato al Bo e, per un breve periodo, anche in Sala dei Giganti.

1899: Un anno di svolta per l’archeologia padovana

L’evoluzione del Museo è strettamente legata alla presenza di illustri docenti che, con la loro preparazione scientifica e il loro riconoscimento nazionale e internazionale, gettarono le basi per lo sviluppo della Scuola di Archeologia di Padova.

Il primo fu Gherardo Ghirardini che giunse a Padova nel 1899. Dopo la laurea con Giosuè Carducci all’Università di Bologna, Ghirardini si formò alla Scuola Archeologica Italiana tra il 1878 e il 1880. Il suo contributo all’Università di Padova fu decisivo per la costituzione del primo nucleo della Gipsoteca. A lui succedette Giuseppe Pellegrini che, oltre ad implementare ulteriormente la gipsoteca, nel 1912 trasferì l’Istituto di Archeologia e il suo Museo presso Piazza Capitaniato.

Con l’arrivo di Carlo Anti (1922), prima come docente e poi come rettore dell’Università, il museo conobbe una fase di rinnovamento e crescita. Tra i suoi principali meriti vi fu l’acquisizione della collezione di Eugenio Neumann, comprendente reperti egiziani, etruschi, apuli, greci, magnogreci e romani, identificabili ancora oggi dalla sigla “N”.

Anti portò avanti anche campagne di scavo internazionali, come quelle a Tebtynis (Egitto) tra il 1930 e il 1936, che arricchirono il museo con numerosi materiali tra cui papiri, ostraka, piccoli oggetti d’uso quotidiano e un flauto di Pan eccezionalmente conservato e ora simbolo del museo.

Durante il rettorato di Carlo Anti, si concretizzò l’idea di un nuovo spazio museale, il museo, infatti, venne incluso nel progetto del Palazzo Liviano, nuova sede della Facoltà di Lettere, progettata dall’architetto Gio Ponti. Ponti ideò uno spazio evocativo dell’antichità, con elementi architettonici classici e soluzioni moderne.

Purtroppo, le vicende della Seconda Guerra Mondiale impedirono il completamento del progetto, e le collezioni rimasero nei depositi fino agli anni Cinquanta. Il compito di completare il museo ricadde sul successore di Anti, Luigi Polacco, il quale cambiò il progetto iniziale per adeguarlo alle nuove esigenze museografiche contemporanee.

Le vicende più recenti

Nel corso degli anni Sessanta il Museo visse importanti cambiamenti organizzativi con l’istituzione del ruolo del conservatore, figura tecnico-scientifica fondamentale per la corretta gestione di un istituto museale. In questo periodo il Museo cambiò anche nome: da Museo delle Antichità assunse la denominazione attuale di Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte.

Tra il 1975 e il 1987 il Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte venne per la prima volta aperto al pubblico cittadino e alle scuole grazie ad accordi con il Comune di Padova. A questi, seguì una seconda convenzione tra il 1994 e il 1999. Tuttavia, dal 1999 al 2008 la struttura rimase chiusa (totalmente fino al 2004 e poi dal 2004 al 2008 parzialmente), per consentire urgenti restauri edilizi e adeguamenti tecnici. Questi interventi hanno permesso di ripristinare la coerenza narrativa delle esposizioni pensata da Carlo Anti e Gio Ponti, valorizzando al contempo le molteplici stratificazioni degli allestimenti susseguitisi.

Per saperne di più consulta A.Menegazzi, A. Zara, Il Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte al Liviano di Padova. Storia e collezioni, Silvana Editoriale, Milano 2024, la nuova guida del museo, reperibile presso la Biblioteca di Scienze dell’Antichità, Arte, Musica Liviano: https://biblio.unipd.it/biblioteche/liviano

MUSEO DI SCIENZE ARCHEOLOGICHE E D'ARTE

Palazzo Liviano – Dipartimento dei Beni Culturali
piazza Capitaniato, 7 – 35139 Padova
Tel.: +39 049 8274611
Mail: museo.archeologia@unipd.it