La collezione Mantova Benavides
La “Camera delle meraviglie”: un confronto tra epoche diverse
La prima sala del museo vi invita a un viaggio nel tempo, immergendovi nell’atmosfera di una “Camera delle meraviglie”, una tipologia collezionistica del Rinascimento. Qui è esposta la preziosa collezione Mantova Benavides, unica collezione padovana del tempo giunta fino a noi, seppur parzialmente conservata.
L’allestimento della sala rievoca il contesto originale in cui la collezione era esposta, ricreando un perfetto equilibrio tra oggetti di epoche diverse.
Tra le opere rinascimentali non potete perdervi un gruppo di bozzetti d’artista collocato sulla destra della sala, tra cui spicca un gesso della testa del condottiero Erasmo da Narni, noto come il Gattamelata. Questo gesso altro non è che una preziosa documentazione del processo creativo che portò il maestro Donatello alla realizzazione della statua equestre che oggi si trova nel sagrato della basilica di Sant’Antonio a Padova. A fianco potrete osservare altri due bozzetti di figure allegoriche: l’Architettura di Alessandro Vittoria e la Sapienza di Bartolomeo Ammannati.
Nella vetrina principale e nello splendido armadio-biblioteca del XVI sec., perfettamente restaurato, le opere antiche e quelle rinascimentali sono esposte senza interruzioni, in un continuo dove antico e moderno convivono quasi in simbiosi.
Provate per esempio ad osservare le differenze tra i due crateri (grandi vasi usati per mescolare il vino) n. 2 e n. 27. Il primo è un’opera rinascimentale del XVI secolo, un cratere “all’antica” ispirato alla ceramica attica, mentre il secondo è un autentico cratere greco a figure rosse, prodotto in Magna Grecia nel IV secolo a.C.
I reperti conservati in questa sala possono aiutarci a comprendere meglio non solo il gusto dei collezionisti rinascimentali, ma anche alcune delle caratteristiche del commercio antiquario. Se osservate da vicino la testa femminile greca al n°63 e la testa di Giove al n°68, potrete notare che la parte posteriore è tagliata verticalmente. Le teste, infatti, provengono probabilmente da un altorilievo, da cui sono state staccate. Una pratica comune, già nel Rinascimento, era quella di tagliare e isolare le parti meglio conservate delle sculture per venderle separatamente come opere a sé stanti.
Proseguendo nella visita noterete tre nicchie: nelle prime due stanno un frammento di stele funeraria e una statuetta votiva della dea Atena opere greche in particolare dall’Attica, del IV secolo a.C. Si tratta di importanti testimonianze della precoce presenza dell’arte greca classica nelle collezioni della Repubblica Veneta, rispetto alla maggioranza degli altri stati italiani ed europei.
La collezione conservata all’interno di questa sala del museo fu donata da Antonio Vallisneri junior nel 1733 all’Università di Padova assieme con le altre collezioni scientifiche paterne e contribuì alla nascita del primo museo universitario di Padova.
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MUSEO DI SCIENZE ARCHEOLOGICHE E D'ARTE
Palazzo Liviano – Dipartimento dei Beni Culturali
piazza Capitaniato, 7 – 35139 Padova
Tel.: +39 049 8274611
Mail: museo.archeologia@unipd.it