La Gipsoteca
Tesori d’arte in gesso: il fascino della Gipsoteca tra storia e didattica
La Gipsoteca, nata come sezione dedicata alla didattica universitaria della scultura classica, ospita una ricca collezione di calchi moderni in gesso, inseriti in un ambiente che il progettista Gio Ponti concepì organizzato intorno ad un impluvium centrale, che richiama l’architettura delle case signorili romane. Esso è decorato dai maggiori calchi della collezione. Spiccano i calchi di capolavori come l’Afrodite Medici, il Satiro danzante e l’Apollo Sauroctono. Nei pressi si trova l’emiciclo con il calco del gruppo scultoreo di Hermes con Dioniso bambino da Prassitele, che guarda di fronte a sé dove, esattamente al centro della vasca dell’impluvium, è esposto un pavimento romano ritrovato durante gli scavi per Palazzo Liviano nel 1936.
Tutto intorno all’impluvium, la sala offre un percorso che guida il visitatore attraverso i principali periodi della scultura classica, illustrando l’evoluzione artistica dalla Grecia arcaica all’età romana, attraverso quattro tappe cronologiche principali:
Arte greca arcaica (VII – prima metà V secolo a.C.)
In questa sezione si trovano calchi delle statue più antiche, come il Kouros da Tenea (575-550 a.C.), un giovane uomo, in greco kouros, raffigurato nudo, frontale, con la gamba sinistra leggermente avanzata, le braccia lungo i fianchi, e la caratteristica incurvatura della bocca nota come “sorriso arcaico”. È presente anche il calco di una copia romana del Discobolo di Mirone (460 a.C.).
Arte greca classica (metà V – fine IV secolo a.C.)
Questa tappa include calchi tratti da opere dei maggiori maestri della Grecia classica a partire da Fidia, del quale sono esposti i calchi della testa Palagi e alcune copie di lastre del fregio e delle sculture frontonali dal Partenone di Atene. Tra i calchi esposti vi sono inoltre la vittoria alata dal tempietto di Atena Nike e la stele funeraria detta dell’Ilisso, lavoro di bottega attica influenzata dallo scultore Skòpas di Paro. È presente anche una successione di busti tra cui la Giunone Farnese, lo Zeus di Otricoli e l’Afrodite capitolina. L’Apollo del Belvedere, ammirato per la sua bellezza stilistica e celebrato da Winckelmann, chiude questa sezione cronologica.
Arte ellenistica (323 – 30 a.C.)
Qui si trovano calchi di opere ellenistiche come l’ara Grimani e i due Galati morenti, i cui originali sono conservati presso il Museo Archeologico di Venezia; il calco parziale della Venere di Milo del Louvre e il gruppo del Laocoonte, presentato in scala ridotta rispetto all’originale. Busti come lo pseudo Seneca e l’Omero completano l’esposizione nel corridoio che troverete dietro l’emiciclo.
Arte romana (I secolo a.C. – IV secolo d.C.)
L’ultima tappa è dedicata alla scultura romana, con calchi di ritratti imperiali, come quello di Augusto, e rilievi da sarcofagi, tra cui una scena di battaglia e un’ara con processione di divinità.
È presente anche il calco del Vitellio Grimani, il cui originale è al Museo Archeologico Nazionale di Venezia. Anche se l’identificazione con l’imperatore Vitellio oggi è superata, nel Rinascimento fu copiato e riprodotto in moltissimi esemplari, sia in pittura che in scultura. Una scultura rinascimentale in gesso patinato è presente anche in questo museo e potete ammirarla tornando nella sala della collezione Mantova Benavides.
MUSEO DI SCIENZE ARCHEOLOGICHE E D'ARTE
Palazzo Liviano – Dipartimento dei Beni Culturali
piazza Capitaniato, 7 – 35139 Padova
Tel.: +39 049 8274611
Mail: museo.archeologia@unipd.it