Le collezioni Romane

Viaggio nei tesori romani del Museo

La sezione del museo dedicata al mondo romano trova spazio nelle salette 9, 10 e 12 e conclude il percorso delle collezioni archeologiche.

La saletta 9 è dedicata a Padova romana. Sulla parete di fondo domina il modellino del Ponte di San Lorenzo, uno dei monumenti romani meglio conservati della città, che testimonia l’eccellenza ingegneristica raggiunta dai costruttori romani nell’antica Patavium. Il modellino è realizzato in scala 1:20 e fu probabilmente commissionato da Carlo Anti con finalità didattiche.

Furono gli scavi condotti nel 1937-1938 a riportare alla luce il ponte, rimasto parzialmente interrato per secoli, insieme all’antico porto fluviale di Patavium. Un’iscrizione sull’arcata centrale ne indica la datazione, tra il 40 e il 30 a.C., e ne attribuisce il collaudo a cinque supervisori municipali (adlegatei). Il ponte, lungo circa 50 metri, presenta tre arcate ribassate sostenute da pile snelle e robuste.

Accanto al modellino sono esposti un frammento del parapetto marmoreo del ponte, che riporta il nome del finanziatore Allenius Strabo, personaggio politico di spicco dell’età augustea, e una stele funeraria che riporta il nome del defunto: Publius Meclonius Salvianus, vissuto fra il I e il II secolo d.C.

Nella saletta 10, dedicata agli aspetti della vita quotidiana e del culto privato, sono disposte le anfore, databili alla metà del I secolo a.C., che erano state reimpiegate, dopo l’uso primario come contenitori da trasporto, per il sistema di bonifica del porto fluviale urbano. Nell’adiacente vetrina si trova invece il bronzetto di Mercurio proveniente dallo stesso areale. La vetrina espone numerosi altri bronzetti raffiguranti divinità, offerenti e anche parti anatomiche, databili tra la tarda età repubblicana e l’età imperiale e provenienti perlopiù da varie località dell’antica regione romana della Venetia e dell’Histria (bronzetti da Nesazio).

Nella vetrina spicca, inoltre, un consistente gruppo di lucerne di varia tipologia. Tra queste, le cosiddette Firmalampen, così nominate dagli studiosi perché caratterizzate dalla presenza del marchio di fabbrica sul fondo. Un marchio, utile a capire la zona di produzione, è riportato anche in alcuni dei contenitori in terra sigillata, una ceramica pregiata, tipica del mondo romano, caratterizzata dalla vernice rossa e dalla decorazione a rilievo.

Tra gli oggetti in bronzo figurano un elemento di stadera (un tipo di bilancia) senz’altro destinata a misure di precisione date le piccole dimensioni mentre sono in pietra nera alcuni pesi, sempre per bilancia, con incisioni metriche. Una curiosità sono i lacerti di decorazioni architettoniche che appaiono contenuti in cornici realizzate nel primo Novecento secondo una modalità espositiva didattica che trova riscontro in altri “quadretti” didattici coevi, conservati nei depositi del museo.

La saletta 12 ospita manufatti in vetro da collezione, databili tra il I e il V secolo d.C. e privi di dati di provenienza. Di particolare interesse sono i balsamari, piccoli contenitori per unguenti e oli, e alcune grandi olle in vetro. Una di queste, l’unica forse proveniente dal territorio padovano, è stata riutilizzata per contenere i resti cremati di un defunto che, dopo un attento studio antropologico delle ossa, è stato probabilmente identificato come una donna tra i 20 e i 30 anni d’età.

In questa sala si trovano, inoltre, esempi di falsi archeologici: acquistati nel passato da alcuni collezionisti privati e spesso esibiti accanto ai reperti autentici, sono infine giunti con questi ultimi al museo. Testimonianza di un fervore collezionistico antiquario di altri tempi, costituiscono modelli di studio interessanti per le odierne ricerche sulla falsificazione e il commercio illecito dei beni culturali (link)

Infine, la saletta 11 ospita l’archivio del Museo. Alla parete è presente un’opera pittorica di Fulvio Pendini, Le macchine agricole (1955), donata all’Università dall’erede dott. Andrea Venzi. L’artista padovano negli anni Trenta del Novecento fu tra i protagonisti della decorazione pittorica di Palazzo Bo, sede centrale dell’Università di Padova.

MUSEO DI SCIENZE ARCHEOLOGICHE E D'ARTE

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